Nella pubblicazione odierna affronteremo i seguenti argomenti:
- Il Regno Unito vuole cambiare l'accordo sulla Brexit.
- La domanda di petrolio continua a diminuire a livello mondiale.
- La FED lascerà la politica monetaria morbida.
Comincerò la mia revisione odierna con una delle notizie chiave, visto la mancanza delle pubblicazioni macroeconomici dall'Europa - stiamo parlando di un disegno di legge che cancellerà completamente tutti gli accordi tra la Gran Bretagna e l'UE per quanto riguarda l'accordo su Brexit. Vorrei ricordarvi che il Primo Ministro britannico, ha presentato un disegno di legge nel quale si prevede la realizzazione di uno spazio economico unico tra Inghilterra, Irlanda, Scozia e Galles.
Tale legge presuppone che ora Londra stabilirà le regole del commercio tra i paesi dell'UE e l'Irlanda del Nord. Nella trattativa originale su Brexit, tale questione è stata negoziata in modo diverso. Di conseguenza, l'adozione di questo disegno di legge potrebbe esercitare un'ulteriore pressione sulla GBP, in quanto la probabilità che venga raggiunto un accordo commerciale con UE sarà in questo caso pari a zero - uno scenario negativo per la Gran Bretagna e la GBP.
E ora passiamo al mercato del petrolio. La società BP, precedentemente nota come British Petroleum, ha pubblicato un rapporto secondo il quale la domanda fisica di petrolio continuerà a diminuire, in quanto sarà sostituita dall'energia rinnovabile. Anche se le altre aziende, così come i rappresentanti dell'OPEC, hanno un punto di vista diverso, o almeno cercano di convincerci di tutto ciò. Si tratta certamente di un segnale negativo per l'intero mercato, tuttavia non si può escludere una possibile crescita a breve termine dei prezzi del petrolio, qualora si verificasse un'ulteriore diminuzione delle riserve.
Osservate il grafico dei prezzi del petrolio greggio WTI - le quotazioni si trovano in una fascia di prezzo piuttosto stretta, il che sta ad indicare un'incertezza del mercato. Allo stesso tempo, solo una sensibile ripresa degli indici azionari statunitensi, così come la riduzione delle riserve, potranno sostenere le quotazioni petrolifere. In caso contrario, il prezzo continuerà a scendere verso al livello di 35 dollari al barile.
Passando alla sessione commerciale statunitense, vorrei evidenziare l'assenza da parte degli Stati Uniti delle pubblicazioni macroeconomiche. Intanto, negli USA si stanno già affrontando le trattative per la prossima decisione della Fed in merito ai tassi d’interesse, il quale sarà reso noto mercoledì 16 settembre. La maggioranza assoluta degli esperti intervistati da Bloomberg, non crede nella modifica dei tassi d’interesse. Pertanto, attualmente stiamo assistendo ad un moderato l'indebolimento del dollaro USA.
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi.
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