Giappone: scende l’indice manifatturiero

Analisi dei mercati finanziari e delle materie prime

Nelle ultime 24 ore, l'AUD è aumentato dell'1,32% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 0,6995 dollari. Durante la sessione asiatica, la coppia di valute AUD/USD è stata quotata di 0,6971$, in diminuzione dello 0,34% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 0.6930$ seguito da 0.6888$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 0,7038$ seguito da 0,7104$.

Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,89% rispetto allo JPY, chiudendo a 106,97 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo la stima preliminare della Japan Machine Tool Builders' Association (Jmtba), in maggio gli ordini di macchine utensili sono crollati in Giappone del 52,8% annuo, in ulteriore peggioramento rispetto alla contrazione del 48,3% della lettura finale di aprile (40,8% il declino di marzo). Si tratta della ventesima flessione consecutiva dopo ventidue mesi di crescita costante. Crolla ulteriormente anche la fiducia dell'industria nipponica: nel secondo trimestre, infatti, il Business Survey Index (Bsi, sondaggio del ministero delle Finanze giapponese che misura la fiducia delle grandi imprese) relativo al settore manifatturiero si è attestato a -52,3 punti contro -17,2 punti del primo (-7,8 punti nell'ultimo periodo dello scorso anno). Si tratta della lettura più debole da -66,0 punti del primo trimestre 2009. L'outlook è per un recupero a -7,9 punti nel terzo trimestre e per un ritorno in positivo a 6,6 punti nel quarto.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 106,93$, in leggera diminuzioone rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 106.63$ seguito da 106.33$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,50$, seguito da 108,07$.

Sul fronte dei dati macro della Cina, secondo quanto comunicato mercoledì dalla People's Bank of China (PboC), in maggio le banche cinesi hanno erogato prestiti per 1.480,0 miliardi di yuan (pari a 184 miliardi di euro al cambio attuale), in declino rispetto ai 1.700,0 miliardi (oltre 210 miliardi di euro) di aprile. Il dato, che si confronta con i 1.500,0 miliardi (187 miliardi di euro) del consensus di Reuters, è superiore ai 1.180,0 miliardi (147 miliardi di euro) del maggio 2019. I prestiti sono invece cresciuti lo scorso mese in Cina del 13,2% annuo, contro il progresso del 13,1% di aprile (12,7% in marzo) e in linea con le attese degli economisti.

In Asia, (a Tokyo il Nikkei 225 ha registrato un crollo del 2,82%), Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 sono calati dello 0,78% e l'1,08% rispettivamente, contro il ribasso dello 0,51% dello Shenzhen Composite. Molto male Hong Kong: l'Hang Seng ha segnato una flessione del 2,27% (fa meglio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, deprezzatosi comunque di un netto 1,96%).

Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi.

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